Edi Bivi, dicevamo. L’attaccante del Catanzaro prese parte al pre-ritiro della Nazionale, ma rimase a casa. “È andata male per me, -dice oggi Bivi- perchè ripenso spesso a quello che poi è successo negli anni successivi con l’arrivo di Arrigo Sacchi, che faceva gli stage con 40/50 giocatori. In quell’anno, parlo della stagione 1981/82, per me parlavano i fatti: avevo 21 anni ed ero vice-capocannoniere in Serie A. Quindi, probabilmente, se ci fosse stato Sacchi sarei andato al Mondiale, magari senza giocare ma comunque ci sarei andato. Invece, in quel periodo c’era Bearzot, che era un pò conservatore. Erano gli anni in cui si convocava solo il giocatore di un certo livello. Facemmo il ritiro a Converciano, eravamo una quarantina e tra questi furono scelti i 22 che andarono in Spagna. Quello che mi è dispiaciuto è che, al posto mio, chiamarono Selvaggi, che giocava nel Torino e quell’anno aveva realizzato solo 6 gol. Fece tutto il Mondiale in tribuna ma, quando si vince un campionato del Mondo, vince tutta la squadra, anche quei giocatori che non scendono mai in campo. Sicuramente, la partecipazione ad un Mondiale avrebbe cambiato il corso della mia carriera“.
È curioso notare come, per motivi diversi, Enzo Bearzot decise di escludere i cannonieri della stagione che condusse alla Coppa del Mondo: Pruzzo (Roma, 15 gol), Bivi (Catanzaro, 12) e Claudio Pellegrini (Napoli, 11) non ebbero mai l’opportunità di entrare nella storia del calcio italiano.
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