(Immagine: 24/6/2012, Kiev, Wayne Rooney tra De Rossi, Marchisio e Balzaretti, quarti di finale di Euro 2012)
Wayne Rooney portafortuna dell’Italia? Lo riconosco, è un’immagine un po’ forte. Eppure, dal suo esordio in Nazionale, nel 2003, l’attaccante inglese ha affrontato gli Azzurri in tre occasioni, portando a casa una sconfitta (Manaus 2014) e MENO DI DUE PAREGGI (Kiev 2012, che vale come uno 0-3, e Torino 2015), con la bellezza di zero gol segnati. Certo, va anche detto che, sia in Brasile che in Ucraina, la fortuna dei nostri si esaurì molto presto, ma sono dettagli. Come lo sono (forse) le gufate del vecchio Wayne: possiamo citarne due legate -sorpresa sorpresa- ad altrettante partite con l’Italia. La prima (risalente a Euro 2012) ce la ricordò Tancredi Palmeri in quel gioiellino che era Blob, la sua rubrica su Gazzetta.it:
“Finalmente riusciamo a capire quello che dice il mister”. (Wayne Rooney prima dell’inizio dell’Europeo)
“Dopo aver visto Rooney contro l’Italia, credo che capisca solo lo scozzese”. (Fabio Capello)
La seconda, invece, arrivò due anni dopo, a pochi giorni dall’esordio nel Mondiale 2014. Intervistato nel ritiro della Nazionale inglese a Rio De Janeiro, l’attaccante del Manchester si disse piuttosto ottimista:
“Credo che l’Italia farebbe bene a preoccuparsi di questa Inghilterra. È la miglior squadra in cui io abbia mai giocato. L’Italia dovrebbe pensare a come controllarci: loro hanno buoni giocatori ma noi pure”.
Ci manchi, Wayne.