(Lasciando il Meazza, facevo -inutilmente- della facile ironia)
(Le lacrime di Gigi Buffon, che salutò l’Azzurro nel peggiore dei modi)
“19 giugno 2000 – 13 novembre 2017. Stasera -scrivevo 365 giorni fa-, per me, si chiude un ciclo. La mia prima volta con la Nazionale fu un altro Italia-Svezia, a Eindhoven, eravamo nel bel mezzo di Euro 2000. Vincemmo 2-1, con reti di Di Biagio e Del Piero: questa sera, saremmo eliminati, con lo stesso punteggio. Ma chiudiamo un cerchio, qui a San Siro. Vorrà pur dire qualcosa, no?“. Incredibile a dirsi, no, non significava nulla e gli Azzurri “di Ventura” (avvertenza: lo metto tra virgolette perchè erano di chiunque, ma non del ct) fecero di tutto per dimostrarmelo.
In ogni caso, è già passato un anno, accidenti, ma l’amarezza non è affatto scomparsa. Insomma, chiuderei qui, senza dilungarmi troppo su quella pessima serata. Né, se è per questo, sulla valanga di battute -dallo stesso Ventura al sottoscritto- che avrebbe dovuto travolgere l’Ikea. Roba facile, da amanti traditi, ma Billy, Bestå e le polpette svedesi sono sempre là, a ricordarci che in Russia noi non ci siamo mai andati.
(13 novrembre 2017: “Svedesi relegati al terzo anello. Trattiamoli male da subito, via“)