(Dal minuto 4.33)
“Il rimpianto della mia carriera? Non aver fatto neanche un presenza in Nazionale“. Eppure, Dario Tatanka Hubner, di gol ne ha segnati tanti, trantissimi: “Vero, ora è tutto più facile. Basta fare 10 presenze buone in Serie A e ti chiamano a Coverciano. Ai miei tempi, invece, non andavi da nessuna parte se non avevi almeno 150 presenze e 100 gol. Poi, avevo davanti attaccanti eccezionali come Del Piero, Vieri e Totti“.
Adesso, in Nazionale ci sono Belotti e Immobile: “Una bella coppia, che mi piace, e sono sicuro che potrà fare molto bene. Tra gli attaccanti di oggi, Belotti è quello che mi piace di più, è proprio bravo. Se vale 100 milioni di euro? Non lo so…“.
Oggi, si segna di più. Merito degli attacchi o demerito delle difese? “Difficile da dire. Sicuramente ora tutte le squadre giocano per vincere, anche le provinciali. Ai miei tempi, quando affrontavamo le grandi squadre, ci difendevamo e basta“.
(Un particolare della meravigliosa t-shirt di Serie A – Operazione Nostalgia)
Insomma, nessun ct si è ricordato di questo bomber stratosferico (clamoroso non portarlo in Corea e Giappone, da capocannoniere, nel 2002), ma la citazione di Calcutta è divertente, oltre che doverosa. È Lorenzo Franculli, sulla Gazzetta dello Sport, a fargli raccontare la genesi di questo pezzo.
Come le è tornato in mente Hubner?
“Noi passiamo serate e serate a chiederci: Tee looo ricordiii (così, a mo’ di cantilena, ndr) quel difensore… come si chiamava? E poi: Te looo ricordiii quel portiere? E quell’attaccante? E cacciamo fuori sempre dei nomi assurdi. Insomma, una sera è uscito Hubner, ma a dire il vero il suo nome mi è sempre girato in testa. Poi qualche tempo dopo, a Sperlonga, mi sono messo a leggere la sua storia, il suo gran rifiuto alla Premier League per andare a Piacenza ed essere così più vicino alla moglie che stava a Crema. Eh niente, ho pensato a queste cose e ho scritto la canzone“.
Di lui, l’ex presidente del Brescia Corioni disse: “Senza grappa e sigarette sarebbe il numero 1″…
“La canzone vuole essere il mio personale tributo a una persona di valore e di spessore“.
È vero che le ha scritto il figlio di Hubner?
“Sì, il giorno che è uscita la canzone. Era felice. E stupito. E mi ha detto: ‘Ora lo dico a mio padre, grazie davvero’“.